E' il jolly azzurro e solo in un'occasione non ride: di fronte all'etichetta che il Mondiale torna ad appiccicare sull'Italia, dopo averla esaltata per la prima partita contro il Ghana. ''Gli stranieri tornano a dire che siamo tornati indietro al catenaccio? Speriamo allora di indietreggiare fino all'82'', e' la risposta di Simone Perrotta. Quanti siano i chilometri che ha corso finora al Mondiale, il centrocampista azzurro non lo sa. Di certo, lo ha fatto girando un po' tutti i ruoli: mezzosinistro di centrocampo, esterno sinistro, perfino terzino quando l'incredibile partita con gli Usa lo ha determinato. ''Sono il jolly di questa Italia, e infatti ride - spiega Perrotta - Due anni fa prendevo male la richiesta di giocare in ruoli non miei: perche' mi devo sempre sacrificare io? mi chiedevo. Ora sono cresciuto mentalmente, accetto con piacere, anche se sono di sicuro il giocatore che in questa squadra ha cambiato di piu'''. Dunque, osservatore privilegiato di una nazionale che ha cambiato modulo. ''Mi vien da ridere quando sento parlare di catenaccio - attacca Perrotta - Vedo tante squadre con una sola punta e non si dice nulla. Quanti 4-5-1 o addirittura 4-1-4-1, in giro. Brasile e Argentina a parte, con gli argentini secondo me addirittura piu' forti. Noi abbiamo una punta e due mezze punte, eppure continuano dall'estero a vederci cosi'. E' un marchio che non ci toglieremo mai''. E che tutto sommato, neanche e' importante togliere a detta del centrocampista azzurro. ''Ma si', non ce ne frega nulla. Ne' ci importa che la gente ci consideri belli in campo - la convinzione di Perrotta - A noi, come a tutti i tifosi, interessa vincere. La nazionale piu' bella di tutti i tempi, l'Olanda, non vinse nulla. E chi se la ricorda, ora?''. Parole che sanno di sacrilegio calcistico, e che Perrota chiarisce subito: ''I giocatori si', sono nella memoria di tutti. Ma quella nazionale?''. Questa invece, vuol rimanere nel ricordo dei suoi tifosi dando importanza anche a un avversario come l'Australia. ''Personalmente - e' il contropiede di Perrotta - avrei preferito affrontare il Brasile. Sarebbe stata una partita di grande fascino. Contro l'Australia invece e' difficile: immagino che i nostri tifosi abbiano aspettative alte, e diano il passaggio gia' per certo. E invece incontreremo una nazionale difficile come gli Stati Uniti, e piu' forte tecnicamente. Soprattutto davanti: Viduka e' fortissimo''. Tanta corsa, insomma, oltre a Totti (''mezzogiocatore? no, come lui qui non ne vedo..''): ecco la ricetta di Perrotta per superare l'ostacolo 'aussie'. ''Se sono qui - conclude il centrocampista - devo dir grazie alla Roma: ho sentito Rosella Sensi e gli altri dirigenti, vivo ancora l'onda di una stagione strepitosa. Pero' pensate che strano il corpo umano: da gennaio a marzo ho giocato ogni tre giorni e sono andato fortissimo, poi fuori dalle coppe sono tornato a giocare una volta a settimana e sono calato''. Ora il Mondiale entra nel vivo, si gioca ogni quattro giorni: e Perrotta ha lanciato il suo messaggio. (ANSA)