Negli ottavi l'Italia trovera' l'allegria dell'altro mondo del calcio, gente che viene allo stadio con canguri gonfiabili di un metro e mezzo d'altezza, e alligatori di plastica che si tengono per la coda. Il popolo e la squadra australiana riconciliano con il calcio, anche se la qualificazione e' venuta col batticuore per colpa di una papera clamorosa di Kalac. L'altra faccia del pianeta pallone che l'Italia affrontera' sorride, canta, balla, gioca alla grande, non fa proclami come il ct americano Bruce Arena - bocciato dalla storia del mondiale - non si sente la piu' forte del mondo per il semplice fatto di rappresentare un paese, ma perche' lo dimostra sul campo. Divertendo e divertendosi. L'Italia fara' i conti con l'Australia, il vero nuovo che avanza, anche tatticamente: come per la Francia nel '98 il miracolo lo fa una squadra multiraziale, ex croati, italiani, ucraini, greci, tedeschi... Hiddink aveva chiesto quel miracolo per entrare nella storia, per lanciare definitivamente il calcio in Australia. Se fosse davvero cosi', il mondo del pallone avrebbe trovato una alternativa seria e concreta con cui fare i conti. E inizieranno gli azzurri a sperimentare ad una certa altezza il valore degli australiani. Che non e' poco. Pronti-via e Croazia in vantaggio con un missile su punizione di Srna nel sette che il pur lungo Kalac non riesce a prendere. Poi e' solo Australia. Al 6' Viduka reclama un evidente rigore commesso su di lui da Simunic che Poll non fischia. Hiddink mischia spesso le carte, ma e' da sinistra che i socceroos si rendono pericolosi con Sterjovski: l'ala del Basilea infila quando vuole Babic che soffre le pene dell'inferno. Molti cross, molte mischie in area. Colpo di testa di Cahill al 23', gran tiro di Kewell parato subito dopo da Pletikosa. L'Australia spinge e gioca bene, pressa e riparte, Hiddink la vuola larga per aggirare le barricate croate. La difesa di Tudor e compagni regge fino al ennesimo cross. E' sempre Sterjovski a fornire quantita' industriali di palloni in collaborazione con Culina: al 38' salta Tomas e sbilanciato tocca col pugno. Rigore netto che Moore trasforma con una botta centrale. Il ritmo aussie non si ferma un attimo: la squadra e' ben messa in campo e tutti corrono sapendo cosa fare. I croati sono piu' statici e lenti e spesso vanno in inferiorita' numerica. Al 42' un colpo di testa di Viduka, poi riprende coraggio la Croazia che ha con Prso una buona occasione, ma spara alto. Il figlio dell'allenatore, Niko Kranjcar, non si vede, dando ragione alle critiche, e Niko Kovac non aiuta mai il povero Babic. Nella ripresa Croazia piu' vivace perche' deve solo vincere. Al 5' un tiro fuori di Kranjcar, 3' dopo un colpo di testa alto di Kovac, poi all'11 la papera clamorosa di Kalac che ha rischiato di eliminare immeritatamente l'Australia. Tiro da fuori di Kovac, Kalac si butta ma si fa scavalcare dal pallone. E' una mazzata terrificante: Hiddink dovra' spiegare perche' lo ha preferito a Schwarzer, che con il Middlesbrough elimino' da solo la Roma in Coppa Uefa. La voce che gira e' che l'olandese l'abbia preferito per le uscite sui palloni alti: Kalac e' alto 202 cm, Schwarzer 196 cm... Australia che si scuote e si ributta a testa bassa sull' avversario. Entra Bresciano e si vede: cross del parmense al 33', sbuca Kewell e pareggia. Australia di nuovo in paradiso, croati all'inferno. Al 41' Moore salva sulla linea su Tudor, poi il finale e' bollente. L'arbitro non vede un altro rigore per fallo di mano di Tomas, poi e' 'giallo Poll': sul taccuino dei cronisti c'e' gia' una ammonizione per Tomas, ma alla seconda l'arbitro inglese non lo espelle. Lo fara' dopo e a tutti risulta essere la terza, ma per Pool e' la seconda. Finisce col giro di campo australiano, con sottofondo di musica aussie per una immensa discoteca, nella gioia impazzita dei tantissimi tifosi a sventolare canguri, maglie gialle, e i soliti coccodrilli di plastica. (ANSA) foto: afp.com