Diciamolo subito, la squadra che più ha entusiasmato è stata l’Italia che attendiamo comunque alla prova del nove. La buona condizione fisica e morale degli azzurri, l’interpretazione tecnica, la camaleonticità tattica e la validità degli avversari affrontati fanno ben sperare per il prosieguo del mondiale, tenuto conto che alcuni di loro hanno pagato il prezzo dell’emozione per il debutto e che all’arco di Lippi ci sono frecce come Gattuso, Zambrotta, Oddo e Inzaghi, non ancora scagliate e che possono essere un valore aggiunto per filtrare meglio a centrocampo, per essere più propulsivi sulle fasce e per essere più rapaci in area avversaria. Certo, le altre grandi, quelle favorite, non hanno brillato ma un campionato mondiale è lungo si può iniziare pure al piccolo trotto e così gli equilibri salteranno man mano che il gioco si farà decisivo: il Brasile è stato il team che più ha deluso, gli artiglieri carioca sono apparsi poco disposti alla mobilità ed al sacrificio lì davanti mentre i soli Emerson e Kakà, rispettivamente in contenimento ed impostazione del gioco, hanno dato un valido contributo alla causa verdeoro, ma non riesco ad immaginare altre esibizioni così scialbe per questi colori e per la tradizione al bel gioco che si portano addosso da sempre. Deludente è stata, ma per altri fattori, anche la prestazione della Francia opposta ad una muscolosa Svizzera, tra l’altro pare che i dissapori tra il cittì dei “blues” Domenech e Trezeguet abbiano lasciato qualche perplessità anche nella stampa francese e qualche “tossina” di troppo nel gruppo.La Repubblica Ceca, invece, è una conferma, non a caso occupa le primissime posizioni della classifica Fifa, squadra rodata che sa sempre ciò che fare in ogni zona del campo, ruota attorno a Tomas Rosicky un talento che ha sfiorato più volte i destino italiano, può contare sulle improvvise e letali accelerazioni di Nedved, ma dovrà fare a meno per qualche gara del maggior potenziale offensivo di cui dispone, il gigante del mondiale (m. 2,02 per 100 kg) “Dino” Koller, infortunatosi durante la partita di esordio contro gli Usa dopo aver segnato con potenza la rete del vantaggio. Mentre la Germania, che esegue bene il suo compitino in un girone a misura per le sue potenzialità, consegue la seconda vittoria consecutiva contro una piccola Polonia, “orfana” di Klose e Podolski che hanno sposato la causa teutonica a dispetto delle loro madre patria, l’Olanda ha fatto una buona impressione anche se ruota troppo prevalentemente attorno alla vivacità del singolo Arjen Robben che ha sostenuto da solo l’attacco degli orange contro la Serbia, sembrata ben poca cosa, mentre da un po’ di tempo a questa parte non brilla più la luce dell’ariete Ruud Van Nistelrooij, ma anche lui, come tanti altri campioni fin qui attesi, avrà modo di riscattarsi con le prossime sfide. Così come sono attese al riscatto Inghilterra e Svezia, le due squadre anche se con risultati diversi dopo la prima prova hanno un po’ deluso le aspettative della vigilia, gli scandinavi, in particolar modo, per passare il turno sono chiamati ad una necessaria vittoria stasera contro l’ostico Paraguay. Infine la Spagna, già a suo tempo individuata quale outsider del Mundial, ha espresso uno scanzonato brio di gioventù nel regolare per 4-0 l’Ucraina, sotto la sapiente regia del tecnico Aragones, abile interprete degli umori calcistici spagnoli, che tiene in panchina Raul e lancia in mischia un'altra giovane realtà della Liga, l’attaccante del Valencia David Villa autore di una doppietta nella sua gara d’esordio al mundial. Certo è che tre delle quattro realizzazioni nascono da palle inattive (angolo, punizione e rigore) condite da episodi fortunosi e la fortuna spesso è la determinate differenza che spezza l’equilibrio fra due squadre in campo. Come affermerebbe Catalano, indimenticato ‘filosofo’ di casa Arbore: “Meglio essere fortunati... che non esserlo!”
Antonello Greco - Napolisoccer.net