L'ira funesta di Achille-Del Piero si manifesta a due giorni dalla prima battaglia. Viene annunciata con toni suadenti, sorta di cavallo di Troia dialettico, ma e' chiarissima nei concetti: se non altro perche' il paragone con l'eroe omerico e' opera dello stesso calciatore azzurro. Che spiega il suo lungo periodo di silenzio nell'avvicinarsi alla partita di esordio al mondiale con un ''Io sono come Achille: in certi momenti di attesa vado in collina e valuto, penso, mi concentro''. Ma poi, collina o no, sbotta: con educazione, per carita', ma puntualizza. Certo, nega che ci sia ''dualismo con il Gladiatore Totti'': ''Ha fatto bene Lippi a convocarlo, lui ha lavorato moltissimo''. Poi pero' butta li' un paio di frasi che sembrano colpi. ''Lui e' al 70%? Io al 100%''. E piu' in generale ricorda al mondo, che finora lo ha sempre visto fallire nei grandi eventi vissuti in azzurro, ''di avere comunque dimostrato abbastanza''. A 32 anni (''31 e mezzo per favore, e non e' detto che sia il mio ultimo mondiale: diciamo che puo' esserlo'') Del Piero e' un uomo, oltre che un giocatore, consapevole e maturo. Lo dimostra anche presentandosi a parlare con i giornalisti nel momento in cui sembra essere ormai chiaro il suo ruolo di seconda, o addirittura terza, scelta azzurra. Il momento piu' difficile per lui, ed anche per la sua squadra, la Juventus. ''Allora - spiega - a proposito di quello che sta succedendo in Italia chiariamo subito: qui io ho acceso la televisione solo ieri, ma so che ogni giorno ne esce fuori una nuova. Parlai a Bari dopo l'ultima partita di campionato, torno a farlo ora: non dovete stupirvi se io ed altri giocatori manifestiamo affetto ed appoggio morale per il momento difficile che Moggi e gli altri dirigenti stanno vivendo. Questa e' una cosa, i fatti un'altra. Noi per primi vogliamo chiarezza. La speranza e' che per la mia Juve le cose vadano bene: gia' adesso molto sta cambiando...''. Non se la sente pero' di giurare amore eterno alla societa' bianconera: cosa fara', rimarra' anche in caso di serie B? ''Quando sono nella Juve do il 100% alla Juve, qui in nazionale do altrettanto in azzurro. Quindi fatemi pensare al mondiale''. Che pero' non serve ''a cancellare i mali del calcio italiano. La nazionale non ha questa funzione, non e' giusto dargliela. Deve semplicemente pensare a fare un grande mondiale. Molto dipendera' dalla partita con il Ghana, noi siamo un popolo emotivo, sentiamo l'attesa e viviamo di brividi: certo noi non giocheremo questa gara per fare bella figura ma per vincere''. Ecco, appunto: 'giocheremo'. In realta' e' molto probabile che il suo mondiale parta ancora una volta dalla panchina. Tanto lui e' bravo ad entrare a gara inIziata, no? Riecco l'ira: ''Il fatto che io abbia fatto bene entrando nel secondo tempo non significa che io mi ci sia abituato. Semplicemente, come per Achille, non conta quante guerre fai ma come le fai. Questo e' stato il leit motiv della mia carriera, in particolare degli ultimi due anni. E comunque questa realta' non deve distogliere dal fatto che sono andato molto bene spessissimo anche giocando dall'inizio''. Puntualizza, e rivendica il rango: ''Capello nel libro 'Aspettando Godot' dice che ho ripreso a saltare l'uomo solo con lui allenatore? Mi chiedo se fino a due anni fa ero davvero cosi' scarso...''. Gli chiedono analogie con la squadra campione del mondo nel 1982, e lui annuisce: ''d'altra parte - fa ai cronisti - voi siete cosi' bravi a trovarle...''. Quanto alle metafore, oggi e' stato lui a cercarne una. Normale che gli si ritorca contro. Tutti a compulsare i Bignami di mitologia greca, e via con le domande: il suo tallone, caro Achille Del Piero, qual e'? ''Lo terro' segreto''. Ed Ettore, lo incalzano, chi e' Ettore? ''Se c'e' un Ettore - risponde compiaciuto - c'e' una battaglia finale. Vuol dire che io ci saro'''. L'ultima domanda la sventa l'ufficio stampa della Figc: 'Il pullman parte...'' urla tempestivamente mentre un cronista insegue Alex con l'interrogativo piu' cattivo: ma con tutti questi eroi omerici, da queste parti non ci sara' pure un Paride? Che, lo dice anche il Bignami, Achille lo fece fuori.
(ANSA).