E adesso l'Italia, ''anche se sara' una finale molto dura''. Lo dicono all'unisono Raymond Domenech, il ct, e Thierry Henry, il bomber, della Francia che domenica sfidera' gli azzurri per il titolo mondiale. ''Avevo detto che il nostro obiettivo era la finale - dice Domenech - quindi penso di aver vinto la mia scommessa. Ma adesso viene il difficile, perche' la vera festa io vorrei farla la notte del 9 luglio. Adesso voglio godermi questo successo sul Portogallo, poi avro' tempo di pensare agli italiani. Ma lo spettacolo che dico io e' quello delle 23.30 del 9 luglio, ora delle celebrazioni di chi ha vinto la Coppa''. ''In questa semifinale ci siamo imposti con pieno merito - dice ancora Domenech - ma non crediate che sia stato facile. Della mia squadra mi e' piaciuta in particolare la capacita' di soffrire nei momenti cruciali della partita, e lo spirito di sacrificio di tutti i miei giocatori. Sono queste le armi che ci hanno permesso di battere la Spagna, il Brasile e adesso il Portogallo. Non ci rimane che applicarci con la stessa intensita' anche contro l'Italia''. Secondo Henry ''stasera abbiamo lottato come dei leoni, e ci siamo difesi in modo perfetto dopo aver realizzato il rigore con Zizou. Siamo una formazione di 'vecchietti', ma sappiamo giocare bene. L'Italia? Sara' dura, ma possiamo batterli, abbiamo il morale a mille e soprattutto siamo una squadra vera, con un fortissimo spirito di gruppo''. Eric Abidal sogna gia' il momento di affrontare l'Italia: ''Non vedo l'ora che arrivi domenica, ricordo spesso la finale del 1998 ed ora avro' la possibilita' di giocarne una anch'io, accanto a gente, come Zidane e Thuram, che questa Coppa l'ha gia' vinta. Li ho sempre invidiati, chissa' cosa si prova a sollevare un trofeo del genere, e spero proprio di poterlo fare anch'io''. ''Per battere il Portogallo - dice ancora Abidal - abbiamo sfruttato al meglio le nostre qualita', ovvero la compattezza di tutta la squadra, la solidita' difensiva e la consapevolezza di avere in attacco gente in grado di fare la differenza''. Thuram, eletto migliore in campo, se la cava con una frase: ''poche storie, abbiamo dominato questa partita''. In realta' dopo dodici risultati utili, tutte vittorie considerando come successo anche quello ottenuto ai rigori sul Portogallo, il 13 e' stato fatale a Scolari, che si consola dicendo che ''la mia squadra ha dato tutto, ma evidentemente non e' bastato''. ''La partita e' stata decisa da un episodio - continua il ct del Portogallo - ovvero il rigore a loro favore. Solo questo ci ha condannato, per il resto ai miei non posso assolutamente rimproverare nulla e rifarei tutte le stesse mosse. Rimarro' ct del Portogallo? Ora avro' tempo di pensare al mio futuro, decido assieme alla mia famiglia''. Poi un duro attacco all'arbitro Larrionda: ''Gia' sapevamo che il Portogallo era considerato il brutto anatroccolo di queste quattro semifinaliste, e in questa partita sono riusciti a tirarlo fuori dal Mondiale''. ''Se esistono delle ragioni per cui il Sudamerica dovrebbe vergognarsi - dice ancora Scolari - e' perche' succedono come queste''. Il riferimento e' alla prestazione del direttore di gara uruguayano. ''Auguri alla Francia che ha sfruttato al meglio le armi che possiede - aggiunge Scolari -: a noi e' mancato solo il gol, ma non siamo stati inferiori: questa e' stata una partita equilibrata, pero' l'arbitro l'ha orientata in un certo modo''. Problemi anche con il ct francese Domenech con il quale ha discusso durante il match? ''No, cose normali che succedono in ogni partita'', risponde Felipao, che ha negato di aver insultato il collega. ''Mi e' scappata una brutta parola? - dice - credetemi era diretta a qualcun altro...''. (ANSA).