Steven Appiah e' un ragazzo dal sorriso aperto e contagioso. Quando parla, con in testa un cappellino etnico variopinto (''me lo ha regalato un amico, un caro amico e non me lo tolgo mai quando parlo con i giornalisti'') racconta di quello che davvero rappresenta la partita di domani per il suo Ghana contro la potente America, dell' attesa di 21 milioni di ghanesi e non solo. ''Noi domani dice calmo e pacato Appiah ci giochiamo una vera e propria finale e daremo il massimo per il nostro pubblico, per i nostri connazionali che vivono in Europa e che ci hanno raggiunto qui con tanti sacrifici, per quelli che domani in Ghana ci vedranno in televisione. Ma noi domani giochiamo per l'intera Africa, per tutto un continente''. ''Quando si gioca a questi livelli prosegue Appiah e' normale che dietro una piccola nazione si nasconda un mondo intero. Gli Stati Uniti sono grandi e potenti, noi piccoli ma le possibilita' che domani vinciamo noi ci sono. La nostra nazionale e' composta da calciatori che militano in squadre di club europee ed hanno dato maggiore disciplina a tutto il gruppo. Contro gli Usa ci giochiamo le nostre possibilita'''. E qui Steven una vita nei campionati italiani con Parma, Udinese, Brescia, Torino, Juve ed oggi al Fenerbahce di Istanbul ripete il concetto, se non fosse stato gia' stato sufficientemente chiaro: ''Noi domani vogliamo vincere per l' Africa. Saremo concentrati sul nostro match, non ci interessa quello che accadra' ad Amburgo. Penseremo solo a vincere''. Il pensiero e' a domani ma anche ad una possibile fascinosa sfida negli ottavi, contro il Brasile, il paese dall' altra sponda dell' Oceano Atlantico. ''Noi dice Appiah vinciamo domani e poi pensiamo al Brasile. Qualifichiamoci e poi vediamo''. Gli domanda un giornalista americano se nel futuro ha idea di giocare negli Stati Uniti e in quale citta'. Lui ride e risponde sincero: ''A Miami, Chicago, Filadelfia, dovunque. Ma ora abbiamo la finale e ce la giochiamo''. Per domani nessuna pressione particolare da parte di Dujkovic in un gruppo in cui ancora si risentono le polemiche innescate dalla bandiera israeliana sventolata contro la Repubblica Ceca dal difensore Pantsil. Dopo le scuse della Federazione ghanese oggi nuove polemiche sulla possibile esclusione domani di Pantsil dall' undici iniziale. ''Niente che c'entra con la politica dice il ct se non gioca e' per scelta tecnica mia. Piuttosto domani e' bene che le due partite di Norimberga e Amburgo inizino allo stesso orario''. A confermare che gli africani un orecchio alla partita dell' Italia domani pomeriggio lo metteranno. (ANSA).