E' la squadra con l'eta' media piu' bassa del mondiale (25 anni e 2 mesi), si affaccia per la prima volta sul palcoscenico piu' ambito e non ha nulla da perdere. Come ciliegine sulle torta, un ambiente sereno attorno, l'asse di centrocampo Appiah-Essien in gran forma e quello dei primi avversari, gli azzurri, piu' che incerottato. Come fanno i ghanesi a non essere allegri? Cominciano ad allenarsi alle 7 di sera, con il fresco, nella bellissima Wurzburg, gioiello bavarese due volte distrutta, prima dalla guerra dei Trent'anni, poi dal secondo conflitto mondiale. Scorre il Meno fra la cupola della Stift Haug, dove campeggia una Crocifissione del Tintoretto, e la Residenz, dove c'e' il piu' grande affresco del mondo, opera del Tiepolo. Piu' in alto, fra le colline, sorge il verdissimo e piccolo stadio dei Wurzburg Kickers, la squadra di casa che gioca nella locale serie D. Dopo pochi giorni i ghanesi ci si sentono a casa, ieri c'erano 2.000 persone ad applaudirli (Wurzburg e' centro universitario mondiale di gran fama), connazionali, amici ed ex compagni che hanno giocato nelle giovanili delle squadre tedesche al fianco di Kuffour o di Amoah. Il volto del sessantenne serbo Ratomir Dujkovic - ottimo portiere della Stella Rossa ai suoi tempi, poi un avventuriero delle panchine di frontiera - e' un enigma. Sembra serio quando concede il corner sul quale i ragazzi discutono durante la partitella, poi sottolinea un'ingenuita' del portiere di riserva Owu sul secondo palo e - mani infilate nelle tasche della tuta - lo infila all'angoletto. E lo rimprovera. L'allenamento dura quasi un paio d'ore, non e' impegnativo, attaccanti contro difensori, poi un enorme ''tutti contro tutti'' (Dujkovic ha ancora 5 giocatori in piu' dei 23 che dovra' selezionare entro domenica), infine piu' classica partitella con rigori e punizioni. Tutti hanno corso e rincorso, un po' macchinoso e' sembrato Kuffour (svarione in partitella e due rigori sbagliati), preciso senza strafare Essien, difesa sempre a quattro con Paintsil e Pappoe sulle fasce, Kuffour e Mensah al centro con Essien a fare l'uomo in piu' nella sua area stile De Rossi. Finisce la partitella e tutti restano in campo a tirare rigori impossibili, di tacco, con rincorsa da centrocampo; a intonare slogan e lanciarsi bottigliette di aranciata prendendosi in giro. Ride persino l'unico acciaccato, il portiere Kingston che esce con un piede avvolto in un bendaggio da altri tempi ma che - giura una sua fan - sta benissimo e lo fa soltanto per darsi delle arie. Ci sarebbe il tempo, ma con i pochi giornalisti italiani presenti i ghanesi non si fermano a parlare, a cominciare da Samuel Kuffour. Tutti in albergo a farsi la doccia e a mangiare, con il pullman doverosamente decorato con scritta beneaugurante: ''Go Black Stars, the Stars of our World''. (ANSA)