lunedì, luglio 10, 2006
L'ITALIA DEI GREGARI, GROSSO E MATERAZZI EROI AZZURRI

Mondiali sono speciali anche per questo. Perche' nell'arco di un mese e' possibile vedere stelle di prima grandezza passare quasi inosservate. Come Ronaldinho, ad esempio. E perche' in 30 giorni un gregario puo' diventare un vero e proprio asso nella manica, una carta da giocare a sorpresa. Come Fabio Grosso. Come Marco Materazzi. Vedere un terzino firmare una Coppa del Mondo non e' una novita'. Ad Italia '90, ad esempio, Andreas Brehme decise la finale tra la Germania e l'Argentina di un Diego Armando Maradona asfissiato dalla marcatura di Guido Buchwald realizzando il calcio di rigore che valse alla nazionale tedesca l'1-0 dell'Olimpico e la terza stella sul petto. Ma Grosso e Materazzi, forse, hanno fatto ancora di piu'. L'esterno sinistro del Palermo si e' trasformato in una sorta di Renato Cesarini dell'era moderna piazzando due zampate decisive nelle partite piu' difficili del cammino azzurro verso la finale di Berlino. La prima negli ottavi di finale. Minuto 93, al Fritz-Walter Stadion di Kaiserslautern l'Italia e' bloccata sullo 0-0 con l'Australia di Guus Hiddink, il tecnico olandese che 4 anni prima, sulla panchina della Corea del Sud, con il golden gol del perugino Ahn e la direzione arbitrale avvelenata dell'ecuadoriano Byron Moreno fece fuori la spedizione azzurra dai Mondiali nippocoreani. Francesco Totti controlla un pallone nel cerchio di centrocampo, Grosso si sgancia sulla sua corsia, quella mancina, e viene pescato dal lancio del numero 10, entrato pochi minuti prima per Alessandro Del Piero. Salta Mark Bresciano ed entra in area, vede Vincenzo Iaquinta al centro ma decide di tentare il dribbling anche su Lucas Neill, che manca il pallone e ostacola la corsa del terzino italiano. Fallo dubbio, ma per l'arbitro spagnolo Luis Medina Cantalejo, che all'inizio della ripresa aveva espulso Marco Materazzi con una decisione probabilmente eccessiva, e' rigore. Totti ringrazia, va sul dischetto e firma l'1-0 che vale i quarti di finale. Vinti senza problemi, con un 3-0 sull'Ucraina segnato da una prestazione memorabile di Gianluca Zambrotta, autore della rete dell'1-0 e dei due assist sulla doppietta di Luca Toni. Ma per Grosso le soddisfazioni non sono finite. Quattro luglio, in semifinale l'Italia si ritrova a giocare contro i padroni di casa della Germania nello stadio di Dortmund, dove la nazionale tedesca ha giocato 14 partite vincendone 13 e pareggiandone una, oltretutto vecchia di trent'anni. Un incontro splendido, tesissimo, che nei primi 90 minuti non fa registrare gol. Si va ai supplementari e l'Italia sbatte sulla sfortuna prendendo due legni. La serata sembra maledetta, poi il jolly. Minuto 119, Andrea Pirlo dopo due ore di gioco riesce a conservare una lucidita' straordinaria e invece di tentare una difficile conclusione controlla il pallone al limite dell'area trascinandosi dietro un paio di difensori tedeschi. Il regista del Milan vede con la coda dell'occhio Grosso, che aveva portato il suo metro e 90 in area per tentare la fortuna su un corner. Passaggio smarcante, il terzino azzurro mantiene i nervi saldi e con il mancino cerca il gol della vita: l'interno sinistro da posizione defilata aggira Jens Lehmann ed entra in rete sul palo piu' lontano. Un commentatore della tv tedesca in diretta paragona immediatamente l'esultanza dell'incredulo difensore italiano a quella di Marco Tardelli nell'Italia-Germania 3-1, la finale mondiale del 12 luglio 1982 vinta al Bernabeu di Madrid. Per la stampa spagnola, invece, il gregario diventa decisivo ed trasforma la vittoria dell'Italia in un successo ''Grossissimo''. La semifinale si chiude un minuto dopo con il 2-0 di Del Piero, a segno al termine di un contropiede ispirato da una straordinaria giocata di Fabio Cannavaro e rifinita da Alberto Gilardino. ''Rivedendolo e' stato un gran bel gol'', ha detto Grosso riflettendo sul gol piu' importante della sua carriera. ''Un'emozione talmente grande che e' difficile anche da descrivere. In quell'azione per l'ennesima volta e' stato bravissimo Andrea Pirlo che ha tenuto palla e mi ha visto in uno spazio dove, penso, solo lui poteva vedermi. Poi, da li', sicuramente l'istinto mi ha dato una grande mano. Ho immaginato tutto e come avevo immaginato si e' realizzato. Diciamo che ho preso l'unico angolo in cui, forse, la palla poteva entrare in porta''. Un feeling, quello con la porta, iniziato il 3 settembre dello scorso anno a Glasgow, quando Grosso, entrato all'inizio della ripresa per Zaccardo, realizzo' il gol che a 14 minuti dalla fine decise l'1-1 con la Scozia nelle qualificazioni ai Mondiali correggendo con una botta violenta sotto la traversa un colpo di testa di Toni respinto dal portiere britannico Gordon. Da sogno, allo stesso modo, il torneo di Marco Materazzi. Un Mondiale 'di testa'. Sua l'incornata per il momentaneo 1-0 alla Repubblica Ceca, sua la zuccata dell'1-1 nella finale con la Francia dopo il vantaggio francese realizzato da Zidane su rigore. Subita, sempre dal centrale interista, la testata costata a Zizou l'espulsione durante i supplementari. Se per Grosso le porte della squadra titolare si erano spalancate da subito, ben prima della prima partita con il Ghana, per Materazzi il cammino e' stato diverso. Il colosso nerazzurro ha mostrato un carattere enorme. Quando e' stato chiamato a sostituire l'infortunato e sfortunato Alessandro Nesta, Materazzi non ha deluso. Anzi, proprio nella partita con la Repubblica Ceca e' entrato realizzando il gol del vantaggio. Poi, negli ottavi, l'espulsione severa di Medina Cantalejo e i quarti saltati per squalifica. In semifinale, con Nesta ancora indisponibile, Materazzi non ha fatto rimpiangere il compagno milanista, chiudendo ermeticamente la cerniera centrale del quartetto arretrato con Fabio Cannavaro di fronte all'attacco della Germania, che si era presentato alla memorabile sfida di Dortmund con uno dei migliori attacchi del torneo. La finale e' gia' storia. Il pareggio realizzato di testa, poi il rigore sbattuto in rete con il sinistro. Scegliendo la potenza. Perche' i gregari, come Materazzi e Grosso, non conoscono mezze misure. (Adnkronos)
 
posted by Sandromex at 1:18 AM | Permalink |


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